LA CASA FORTE – SCHTEI HÜS

Poco più a nord del centro di Ponte, un piccolo nucleo di fabbricati è diviso in due dalla statale: a destra si allineano abitazioni e stalle tipiche in cui trionfa il larice antico; a sinistra due costruzioni in muratura, il cui stile architettonico si discosta totalmente da quello tradizionale walser: qui si erge sopra tutte le altre, imponente e severa: la Casa Forte.

Antonio Zur Schmitten, ricco proprietario, someggiatore e notaio della valle, la fece costruire nel 1569, come attesta la data scolpita sull’architrave dell’ingresso. Sul fronte principale della Casa Forte si vedono ancora infissi alcuni anelli di ferro a cui venivano legate le bestie da soma, mentre i loro carichi erano sottoposti ai severi controlli previsti dagli statuti. Varcando l’ingresso ci si trova di fronte alla scala centrale in pietra; a sinistra un magazzino per il deposito delle merci: sale, granaglie, vino ossolano, che venivano poi trasportati a nord sul mercato di Meiringen nella valle dell’Hasli; a destra il locale con la finestra inferriata che dà sulla strada, dove venivano rinchiusi i ladri ed erano messi alla berlina per un giorno i bestemmiatori che non pagavano la multa prevista dagli Statuti. Non a caso i valligiani chiamano l’edificio “der Turä” cioè “la prigione”.

La scala del pianterreno sale per altri due piani e prosegue fino al solaio. Al primo piano, rivolto verso sud, il soggiorno riscaldato dal voluminoso fornetto, qui probabilmente l’ammano riuniva i suoi consiglieri per discutere e decidere le sorti della valle. Nel vano opposto, rivolto a nord, la cucina con l’enorme camino e il singolare lavandino in pietra. All’ultimo piano altri due vani che erano adibiti ad abitazione. Ora, uno continua a mostrare una stanza da letto con relativi abbigliamenti e un vecchio telaio. L'altra stanza ospita oggi alcune opere e allestimenti tipici di un interno di piccola chiesa.

La “Schtei Hüs” (casa di pietra), come viene anche denominato l’edificio, perché costruito interamente in pietra è attualmente un museo etnografico che, non solo raccoglie oggetti tradizionali: finimenti, basti, botticelle relative alla someggiatura e ai trasporti, attrezzi per la lavorazione del latte, della lana, della canapa, utensili domestici ecc., ma da alcuni anni propone interessanti esposizioni fotografiche e documentarie sulla ricca e secolare storia della Valle.

Per info - Sportello Linguistico Walser

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